Ricordo la Politkovskaya a Mantova
Ricordo Mantova, il prim’anno e dal prim’anno
la sorpresa, l’imbarazzo e l’impotenza
del doverti curare – scriverne, accompagnare, scortare, interpretare, tradurre, fotografare, presentare – mostri o fate, autori lontani dal tuo sfogliare
accettare questo negli anni
distillato e interiorizzato come parte del segreto dei Gonzaga e del Festival
Tutto
delle cangianti, mai devianti sempre intense, sfumature di quel BLU
altri riflessi della luce di Mattia da quel blu
Ricordo la Politkovskaya
Ricordo di un'anziana signora, insegnante pugliese in pensione, in fila disciplinata da una ora Una e 45
minuti quarantacinque
Ricordo il rosso porpora delle ancor barocche poltrone del Teatro Sociale
le maschere in divisa dismessa, imbalsamate
a lasciar spazio e braccia alle magliette blu disfatte ma non disgregate dall’ultimo giorno di festival
Ricordo il suo arrivo tenace e tagliente
la voracitá di Flores D’Arcais che affonda senza rimorso né percezione
la mia presentazione
Ricordo un dietro le quinte
minimalista di minima attesa
spinta dai miei fagocitati onnipresenti Capitani
fiduciosi, fiduciati
Condividendo la colazione dei tecnici delle luci e attendendo un istante propizio
qualsiasi
purché consono a riprender doverosa parola di introduzione
ormai fuori da qualsiasi tempo
Ricordo di essere stata catapultata e lanciata
senza avvisaglia alcuna
in quel momento, inesistente
di aver puntualmente sbagliato la pronuncia
e ricevuto il pronto puntito commento di D’Arcais lá in acre affilata attesa
Ricordo the professional russian-speaking nella contrastante vitalitá della sua lunga bionda chioma
il suo esteso inglobante sorriso
altrettanto sormontato nello smorzare i toni di tal crudo scenario
Ricordo le espressioni senza speranza
Spianate atterrate strozzate
Che nessun sinonimo avrebbe potuto smorzare
Ricordo la reticenza finale
e gli occhi impreparati e disarmati del pubblico in fuga
Astanti ancora in attesa
dopo il rifiuto di qualsiasi traccia scritta
sulle personali copie appena acquistate
Ricordo la mia richiesta
piccola e sospirante
di un orsetto che retorna
che giá c’era
tenue tinta pastello stridente davanti a tanto grigio
stretto dentro questo
A sorpresa una calligrafia aereata
Inchiostro ancora blu che custodiva incosciente tutto il respiro sottratto a quella giornata
e a quella vita
Ora e forse allora
Ricordo la mia richiesta ultima
non piú inappropriata
perché solo a Betta destinata
che lí non poteva essere
e ricordando
unisco a quel biglietto il mio sollievo nel ricordare
inspiegabilmente rincuorata dal fatto che lei non lo possa fare.
Ricordo la Politkovskaya
Come anni prima ricordavamo Pontiggia
Commossa e scossa dal pensiero di un uomo tanto amato
e da colui che l’ha accompagnato
Privato del privilegio di un dopo Mantova
Corrotta e turbata
da come si possa piangere chi ha lasciato impeto e sgomento
Quale volto possa assumere nel ricordo chi non puó essere stato amato.
… Quali impressioni poteva lasciarvi chi l’ha accompagnata, nella sua impressione.
Ricordo la Politkovskaya
Ricordo Mantova
Che di volti ne ha tanti, cangianti e brillanti.
Ricordo Domenica 11 Settembre 2005, Mattina
e “LA FOTO NON É DISPONIBILE”